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A.A. Classe
2011/2012 LMR/02 - Classe delle lauree magistrali ciclo unico in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali

Obiettivi formativi

D.M. 2 marzo 2011, Art.1, comma 2:il corso di Laurea Magistrale in Conservazione e restauro dei beni culturali forma laureati magistrali con il profilo corrispondente alla qualifica professionale di restauratore di beni culturali, di cui all' art.29, commi 6, 7, 8 e 9 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n.42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio) e successive modificazioni. D.M. 26 maggio 2009, n. 86, Art.1, comma 1:il restauratore di beni culturali è il professionista che definisce lo stato di conservazione e mette in atto un complesso di azioni dirette e indirette per limitare i processi di degrado dei materiali costitutivi dei beni e assicurarne la conservazione, salvaguardandone il valore culturale. A tal fine,nel quadro di una programmazione coerente e coordinata della conservazione, il restauratore analizza i dati relativi ai materiali costitutivi, alla tecnica di esecuzione ed allo stato di conservazione dei beni e li interpreta; progetta e dirige, per la parte di competenza, gli interventi; esegue direttamente i trattamenti conservativi e di restauro; dirige e coordina gli altri operatori che svolgono attività complementari al restauro. Svolge attività di ricerca, sperimentazione e didattica nel campo della conservazione. La Laurea magistrale in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali si propone di formare laureati che debbano: - essere in possesso di approfondite e specifiche competenze dei metodi e delle tecniche più all'avanguardia relative alla prevenzione da danni fisico-chimico-biologici, alla conservazione e restauro dei beni culturali; - avere avanzate conoscenze scientifiche dei materiali che costituiscono i beni culturali, delle loro proprietà fisico-chimiche, della loro struttura, dei loro processi di degrado e d'interazione con l'ambiente di conservazione; - avere competenze specifiche dei trattamenti e degli interventi da operare sui materiali e sul loro ambiente di conservazione per prevenirne o limitarne il degrado; - avere la capacità di monitorare e valutare l'idoneità dell'ambiente di conservazione, e di organizzare e gestire il controllo del microclima degli ambienti di conservazione del patrimonio culturale; - saper dirigere la progettazione e la realizzazione dell'intervento di recupero, conservazione e/o restauro in tutte le sue fasi secondo le più moderne e meno invasive metodiche anche utilizzando o coordinando saperi appartenenti a aree disciplinari diverse; - avere la capacità di progettare protocolli diagnostici mirati ad analizzare e valutare lo stato di conservazione dei beni culturali e dei processi di degrado in atto; - promuovere la conoscenza di tali metodologie e tecniche con mezzi divulgativi diversi sia in ambito scientifico sia in ambito applicativo; - possedere un'approfondita conoscenza di almeno una lingua europea oltre l'italiano.

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La laurea LM in Conservazione e Restauro dei Beni culturali forma una figura professionale in grado di rivestire ruoli con responsabilità di controllo e gestione nella conservazione del patrimonio culturale.

La laurea in questo settore fornisce, infatti gli strumenti necessari per operare nel campo della conservazione e del restauro, con una preparazione anche nella diagnostica applicata ai beni culturali in Università e Istituti di conservazione e restauro, pubblici e/o privati, nonché in piena autonomia gestionale. Entrando maggiormente nel dettaglio sugli sbocchi professionali del corso esso mira a formare delle specifiche figure professionali appartenenti prevalentemente al seguente gruppo della classificazione Istat delle professioni (NUP 2007): Restauratori di opere d'arte - (2.5.5.1.3)

Gli sbocchi sono:

- aziende ed organizzazioni pubbliche e private operanti nel settore della conservazione, del restauro e della tutela dei beni culturali;

- istituzioni del Ministero dei Beni e Attività Culturali preposti alla tutela dei Beni Culturali (soprintendenze, musei, biblioteche, archivi ecc...).

Il corso ha come obiettivo la formazione di figure professionali altamente qualificate in specifici settori di competenza per lo svolgimento di attività rivolte alla conoscenza, alla conservazione e alla fruizione del patrimonio culturale. Il titolo consente, inoltre, l'accesso alle attività di libero professionista in qualità di restauratore di opere d'arte.

Il laureato del corso di LM in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali raggiungerà questo obiettivo attraverso:
- l'approfondimento di tematiche quali le tecniche di esecuzione dei manufatti, le tecniche storiche del restauro, la fenomenologia del deterioramento dei manufatti, i metodi e i materiali dei trattamenti conservativi e di restauro, l'illustrazione di casi di studio e restauri esemplari, le normative sulla sicurezza (prevenzione e protezione in laboratorio e nei cantieri mobili), l' uso corretto di materiali e attrezzature (D.P.I), lo smaltimento dei
rifiuti tossici e non tossici, lo studio del comportamento dei materiali costitutivi, l'approfondimento delle tecnologie innovative applicate al restauro e alla conservazione, la prevenzione e la manutenzione programmata, le operazioni di pronto intervento (prime misure di sicurezza in situazioni post-sismiche), nonché la conservazione museale (impianti di condizionamento, vetrine, movimentazione delle opere, ecc)
- l'approfondimento e l'aggiornamento bibliografico,
- l'intervento di restauro conservativo direttamente effettuato su beni culturali
- esami strutturati su progettazioni individuali avanzate, - stages in istituzioni pubbliche o private convenzionate (soprintendenze, musei, laboratori privati. Si raggiungerà questo obiettivo applicando le competenze acquisite anche nella ricerca di documentazione specifica tanto in forma cartacea quanto su supporto multimediale e determinando e/o risolvendo specifiche problematiche così da fornire - nel proprio ambiente lavorativo - quelle risposte diverse e appropriate determinate da un approccio fortemente interdisciplinare insito nella metodologia e nell'oggetto stesso della ricerca. Tali capacità verranno stimolate grazie a esami e lavori applicati, individuali e di gruppo, basati su mirati progetti didattici di apprendimento.
Le metodologie di insegnamento e l'impianto didattico del Corso prevedono, come finalità formativa prioritaria, l'applicazione operativa delle conoscenze acquisite. Le modalità e gli strumenti didattici volti all'applicazione delle conoscenze sono dati da tali strumentazioni, che consentono, peraltro, di affrontare esigenze e problematiche di ordine analitico, progettuale e realizzativo attraverso simulazioni e sperimentazioni inserite nelle attività formative interne ai singoli insegnamenti, nelle attività di laboratorio, nelle esercitazioni e nei tirocini formativi previsti.Tali capacità verranno stimolate grazie a esami e lavori applicati, individuali e di gruppo, basati su mirati progetti didattici di apprendimento correlati alla conoscenza del bene culturale, quale la schedatura conservativa, la mappatura tematica dei fenomeni di degrado e degli interventi effettuati sui manufatti oggetto di intervento, la tecnica di fotografia ed imaging per il restauro e la conservazione dei beni culturali. Le capacità di conoscenza e di comprensione attese verranno altresì verificate mediante l'attività di progettazione di interventi di restauro di casi specifici e mediante la stesura delle Relazioni Tecniche di restauro, con la descrizione puntuale degli interventi effettuati e le conoscenze acquisite nello studio del manufatto.
Le conoscenze acquisite nelle discipline dell'area cosiddetta culturale sono ritenute una risorsa fondamentale per alimentare la creatività e le abilità progettuali, l'invenzione di forme innovative e funzionali. I risultati attesi in ordine alla capacità di applicare conoscenza e comprensione sono verificati in itinere e poi definiti negli esami di profitto utilizzando le strumentazioni indicate e ricercando il livello delle conoscenze delle abilità maturate. Un laureato del corso di LM in Restauro dei Beni Culturali acquisisce - in virtù di un programma didattico diviso in modo equilibrato tanto tra discipline a carattere scientifico e quelle a carattere umanistico, quanto tra insegnamenti di natura teorica e pratico-applicativa - di un bagaglio culturale notevolmente ampio sotto il profilo dell'interdisciplinarità (chimica, fisica, petrografia, biologia, discipline storico-artistiche). Esso gli permette di intraprendere in autonomia ulteriori studi di approfondimento su specifici argomenti di ricerca, di ampliare in maniera mirata le proprie conoscenze adeguandole alle specificità richieste dall'ambiente di lavoro.

Prerequisiti consigliati/obbligatori, prove di ammissione e/o di orientamento

Per essere ammessi al corso di laurea in Conservazione e Restauro dei beni culturali gli studenti devono essere in possesso di un diploma di maturità di scuola secondaria superiore valido per l'immatricolazione a corsi di laurea universitari secondo la normativa vigente in materia e il Regolamento Didattico di Ateneo dell'Università degli Studi di Urbino"Carlo Bo". L'accesso è subordinato al superamento delle prove di ammissione stabilite nel D.M. n. 87/2009.

L'insufficienza in una prova preclude la partecipazione a quella successiva. I candidati dovranno sostenere le seguenti prove:
1 - Prova paratico-attitudinale (prova grafica)
La prova di disegno consiste nella trasposizione grafica di un manufatto artistico o parte di esso, condotta per mezzo di una riproduzione fotografica in bianco e nero.
Il disegno dovrà essere eseguito a matita nera, a tratto lineare, senza chiaroscuro, in una riproduzione in scala di 2 a 1 rispetto al formato della fotografia, previa quadrettatura del foglio ed eventuale griglia trasparente da porre sull'immagine. Per trasposizione grafica a tratto lineare si intende la sintesi critica del manufatto ottenuta per mezzo di un tratto essenziale, nitido e opportunamente modulato, teso a restituire i valori formali, la definizione volumetrica, le proporzioni e la particolare tecnica esecutiva del manufatto stesso.
Non dovranno comparire tutti i segni preparatori che vengono utilizzati per l'esecuzione del disegno.

2. Prova pratico - attitudinale (prova colore)
Reintegrazione pittorica ad acquarello: La prova consiste nella reintegrazione pittorica su carta bianca con colori ad acquarello di
un'immagine dipinta lacunosa al fine di ricostruirne l'unità figurativa, mediante sovrapposizione e giustapposizione di velature di colori differenti, fino ad ottenere un colore complessivo identico a quello adiacente di riferimento. La cromia ottenuta deve risultare satura e brillante. Gli eventuali elementi decorativi presenti nei colori di riferimento vanno riportati nelle parti da reintegrare.

Il superamento, nell'ordine, delle prove ai punti 1 e 2, consentirà l'ammissione alla terza prova.

3. Esame orale, mirante a:
- verificare la conoscenza diretta delle opere e la capacità di mettere in relazione i dati storico-artistici e quelli tecnici (le linee generali tematiche verranno indicate di volta in volta nel bando di accesso);
- verificare la conoscenza di base delle scienze della natura (chimica, biologia, petrografia, fisica) e della lingua inglese.

Il corso è articolato in cinque anni e segue i principali percorsi formativi professionalizzanti regolamentati dal D.M. n. 87/2009 di cui si attiva il percorso: PFP2 Manufatti dipinti su supporto ligneo e tessile, manufatti scolpiti in legno, arredi e strutture lignee, manufatti in materiali sintetici lavorati assemblati o dipinti.

Nei cinque anni previsti per l'apprendimento il discente dovrà acquisire, una solida competenza di base relativa a tutti gli interventi connessi con il patrimonio, mobile e immobile, proprio dei beni culturali. A uno studio frontale, che prevede l'acquisizione di conoscenze di base nel campo dell'archeologia della storia, della storia dell'arte, della storia dell'architettura, della fisica, della chimica, della biologia, della petrografia si affiancherà un'attività di apprendimento pratico che, oltre a svilupparsi nei laboratori allestiti nella struttura, potrà esplicarsi presso Enti e Istituzioni preposte alla salvaguardia e alla valorizzazione del patrimonio (laboratori e uffici di Soprintendenza, strutture museali, siti archeologici e/o architettonici). Il Corso, al fine di completare la preparazione culturale degli allievi restauratori è costruito in modo da fornire allo studente una solida base teorica ed anche tutte le conoscenze di carattere tecnico connesse con gli interventi di restauro sulle diverse classi di manufatti previste dal decreto interministeriale. Alla conoscenza attraverso l'insegnamento frontale in aula sarà anche associata un'intensa attività pratica di laboratorio e di cantiere.

L'apprendimento tecnico si svolgerà direttamente nei laboratori di diagnostica e di rilievo, nel centro di documentazione per il restauro e nelle aree laboratoriali specializzate: dipinti su tela, opere e manufatti lignei.

Numero di esami previsti per il conseguimento del titolo è di 30 esami: di cui il numero totale degli esami teorico-metodologici è di 25 e per le attività laboratoriali è previsto un solo esame finale annuale, con dei momenti di verifica dei risultati di apprendimento, affidati ai singoli docenti tecnici, che costituiscono insieme alla registrazione delle presenze il requisito indispensabile per il superamento dell'esame finale, per un totale di 5 esami complessivi. Per le attività teorico-metodologiche 1 CFU è pari a 8 ore di lezione frontale

L'attività laboratoriale, intesa in senso didattico, è un articolato susseguirsi di momenti puramente teorici e di applicazioni pratiche. Per loro natura le due componenti non si fondono mai, ma si compenetrano, con una prevalenza dell'una o dell'altra a seconda delle inclinazioni del docente e in funzione del grado di autonomia raggiunto dal discente.

L'avanzare della formazione dell'allievo determina un aumento dell'autonomia pratica e una graduale diminuzione delle indicazioni teoriche. Gli approfondimenti bibliografici, sempre presenti, a qualsiasi livello formativo, o di ricerca, rappresentano un ulteriore elemento che affianca perennemente le attività didattiche.

E' corretto dunque inquadrare le attività formative laboratoriali all'interno di una articolata dinamica, tenendo fermi i parametri dettati dal D.M. 270/2004 art. 5, che stabilisce uniformemente la corrispondenza di 1 credito formativo a 25 ore di impegno complessivo da parte dello studente.

Le attività riversate nei laboratori di restauro concernono le sperimentazioni fisiche, chimiche, petrografiche e biologiche per la diagnostica, ma anche le tecniche fotografiche per la documentazione, le applicazioni delle nuove tecnologie (laser, etc.), le tecniche nella storia del restauro, etc.

Le abilità pratiche vengono acquisite mediante 122 CFU totali, sviluppati nei laboratori e nei cantieri dell'Università.

Sono previste:

  • tre sessioni di esami per ogni anno accademico: sessione estiva, autunnale invernale. Per ogni sessione sono previsti due appelli.
  • due sessioni di laurea, le cui date verranno stabilite in accordo con la Commissione MiBAC-MIUR

L'attività didattica viene svolta attraverso lezioni teoriche in aula, esercitazioni pratiche e teorico/pratiche nei laboratori e nei cantieri esterni, seminari, tirocini extramoenia. La frequenza alle esercitazioni pratiche e teorico/pratiche è obbligatoria; sono consentite assenze per non più del 25% . E' prevista una registrazione giornaliera delle presenze. La verifica della preparazione avviene tramite valutazione a seguito di esame che può essere scritto, orale, scritto e orale. Le prove d'esame vengono effettuate nelle pause tra i periodi in cui vengono tenuti i corsi di insegnamento. La valutazione delle prove d'esame è espressa in trentesimi.

 Piano dell'offerta formativa

Il compimento dell'iter quinquennale curriculare conferisce l'accesso all'esame finale per l'ottenimento della laurea magistrale in Conservazione e restauro dei beni culturali con l'annessa qualifica di "Restauratore dei Beni Culturali". Alla preparazione e discussione della tesi finale sono stati attribuiti 14 CFU da svolgere all'interno dei laboratori o presso i luoghi in cui l'opera oggetto di tesi è ubicata. Al termine del ciclo curriculare lo studente chiederà l'assegnazione della tesi di laurea nell'ambito del PFP di riferimento secondo le procedure previste nella Facoltà di riferimento amministrativo. 

L'esame finale consisterà, secondo quanto previsto dal DM n. 87 del 26 Maggio 2009, in 2 prove:

  • una di carattere applicativo, realizzata nel corso dell'ultimo anno attraverso un intervento pratico-laboratoriale, con una relazione dimostrativa finale;
  •  una di carattere teorico-metodologico, consistente nella discussione di un elaborato scritto.
  • Qualora la prima prova non venga superata, il candidato potrà ripetere l'esame nella sessione successiva. La Commissione per l'esame finale sarà composta da sette membri, nominati dal Presidente del CdL e comprenderà almeno due membri designati dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali tra gli iscritti nel registro dei restauratori da almeno cinque anni, nonché due Docenti Universitari designati dal Ministero dell'istruzione, dell'Università e della Ricerca.

    Conservazione e Restauro dei beni culturali (LMR/02)

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