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C.U.R.A.M (Centro Universitario per la Ricerca Avanzata nella Metodologia storico-artistica) Sede: Palazzo Albani, Via Bramante 17, 61029 - URBINO Fondatore e responsabile scientifico: Giovanna Perini Folesani Comitato scientifico dal giugno 2016 - Grazia Maria Fachechi - Maria Elisa Micheli - Andrea Paribeni - Giovanna Perini Folesani - Anna Santucci

Il Centro (fondato nel giugno 2013) si propone di vagliare non solo storicamente, ma anche criticamente ed epistemologicamente lo stato degli studi storico-artistici a livello nazionale, pur all'interno di un’ottica di conoscenza e influenza internazionali, e soprattutto di analizzare, elaborare, promuovere e proporre correzioni, integrazioni o eventuali alternative anche interdisciplinari agli indirizzi metodologici oggi prevalenti a livello continentale, presentandosi come al momento unico e, in futuro, auspicabilmente principale referente nazionale nel dibattito sulla metodologia storico-artistica, marcato dalla ormai annosa, totale assenza di una politica generale di indirizzo italiana, dopo i vitalissimi laboratori intellettuali ed ideologici degli anni ’70 del Novecento, rimasti parzialmente attivi ancora nel decennio successivo.

In più sedi internazionali, di qua e di là dall'Atlantico, è stata rilevata, anche a stampa, e viene ormai data fattualmente per scontata l’arretratezza e marginalità metodologica del dibattito storico-artistico italiano degli ultimi decenni: se ciò dipende, in qualche misura, da lacune obiettive delle conoscenze altrui (che andranno quindi evidenziate e contrastate) e molto dalle esigenze politiche planetarie di visibilità scientifica di altre nazioni più agguerrite nell’uso della cultura come strumento di penetrazione e dominazione politica internazionale (si pensi alle analisi di Éric Denécé), è vero però che un problema di fatto esiste: la ricerca italiana in campo storico-artistico - svilita da una pluridecennale politica economica e culturale nazionale disinformata, latitante o, peggio, autolesionista - è ormai rinchiusa in un’ottica asfittica di passivo asservimento della docenza universitaria ad una didattica banalizzata e di rassegnazione alla generale povertà intellettuale non meno che economica, onde non svolge più alcun ruolo propositivo in ambito metodologico ed è ai margini anche nell’ambito della tutela. La situazione attuale è caratterizzata dalla riproposizione esangue dell’ovvio, dall’offerta episodica - e parcellizzata geograficamente - di novità fattuali ma non metodologiche, e soprattutto dalla chiusura autistica all’esterno o peggio dalla ricezione passiva e sudditanza servile a proposte straniere.

Proporre una terapia d’urto alla languente disciplina (donde anche l’acronimo scelto per il Centro) attraverso l’istituzione di un centro dedicato alla riflessioneanalitica e propositiva sulla metodologia storico-artistica sembra quindi utile in primis alla disciplina e alla nazione, ma – sembrerebbe ovvio – anche all’Ateneo, dando ad esso e alla città su cui insiste quella visibilità internazionale che a Urbino manca dai tempi di Raffaello e che consentirebbe di uscire dalle consuete ottiche nostalgiche e dalle declinanti rendite di posizione, acquisendo invece una proiezione internazionale (sia pur settoriale) in senso propositivo e non puramente localistico.

Il debutto del centro è consistito nell’organizzazione di un fortunato convegno internazionale (Riflessi del collezionismo, tra bilanci critici e nuovi contributi/Reflections of/on art collecting, between critical assessments and new contributions, Urbino, 3-5 ottobre 2013), di cui sono usciti a distanza di un anno (2014) gli atti omonimi, ad inaugurare la nuova collana La Biblioteca del CURAM (diretta da G. Perini Folesani) presso l’editore Olschki di Firenze.

E’ in corso di pubblicazione, nella stessa sede, il volume Roger de Piles, Dialogo sul colorito (1673) a cura di Giovanna Perini Folesani e Sandra Costa ed è in preparazione il volume Luigi Crespi mercante, storico e artista attraverso l’epistolario.

Il CURAM ha fornito, tra l’altro, il proprio patrocinio al convegno Il mito del bianco in architettura, dall’antico al contemporaneo organizzato, in più giornate, dapprima a Roma e poi il 15-16 maggio 2014, a Urbino, da Grazia Maria Fachechi, d’intesa con docenti di architettura dell’Università di Roma La Sapienza e con il patrocinio dell’Ordine Regionale marchigiano e Nazionale degli Architetti: gli atti sono in corso di pubblicazione nella rivista Opus Incertum per cura della suddetta Grazia Maria Fachechi, che affianca la redazione, composta da vari esponenti dell’ente che la pubblica (Dipartimento di Storia dell’Architettura e della Città dell’Università di Firenze).

A parte l’organizzazione di alcuni seminari aperti anche agli studenti, il CURAM ha cercato sinergie con una pluridecennale istituzione dell’Università di Urbino di risonanza internazionale, il CISS (Centro Internazionale di Studi Semiotici), che per vari decenni ha fatto onore all’Ateneo e ad Urbino in Europa e nel mondo, attualmente diretto da Paolo Fabbri. In questa ottica si è perciò provveduto alla presentazione, nell’aula Clemente XI, della nuova edizione del libro di Louis Marin, Della rappresentazione, a cura di Lucia Corrain (Milano, Mimesis, 2014), avvenuta il 10 dicembre 2014 con interventi di Giovanna Perini Folesani, di Paolo Fabbri e di Lucia Corrain e si programmano altre iniziative future.

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