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Definito per la prima volta il Microbiota ideale dell’italiano: lo studio pubblicato su Scientific Reports

Comunicato stampa pubblicato il giorno 15/03/2022

Il gruppo di lavoro dell’Università di Urbino coordinato dai docenti Pietro Gobbi e Marco Rocchi ha appena pubblicato sul giornale Scientific Reports del gruppo Nature uno studio volto a definire esattamente quale sia il “Microbiota” normale dell'italiano in buona salute. Tutti ormai sanno dell'esistenza di questo "organo", formato da batteri che vivono nel nostro intestino e che influenzano, come organi ben più classici del nostro corpo, lo stato di salute dell'individuo. Ma quale sia il microbiota "normale", di italiani sani, di diverse regioni del nostro Paese, lo dice, per la prima volta compiutamente, questo studio multicentrico (e multidisciplinare) coordinato dall'Università di Urbino Carlo Bo, che vi ha messo in gioco anche le maggiori risorse umane necessarie alla sua stesura.

Ma quale sarebbe il “microbiota normale”?

<La definizione più semplice> risponde Pietro Gobbi < potrebbe essere, semplicisticamente, “i microorganismi che colonizzano l’intestino di ognuno di noi”. Ma ciascun essere umano ospita più di 35 mila miliardi di batteri (principalmente nel tratto intestinale) e che questa massa di microorganismi interagisce in maniera strettissima con l’individuo ospite, modulandone aspetti fondamentali quali il metabolismo, incluso quello del Sistema Nervoso, con un impatto quindi anche psichico, e il sistema immunitario. Da tutto ciò si comprende come si sia, in realtà, di fronte ad un vero e proprio “organo aggiunto”, pur di natura microbiologica, che si deve necessariamente includere nello studio dell’Anatomia e della Fisiologia Umana e che con gli “organi classici” interagisce intensamente. Come ogni organo costitutivo, anche questo “organo aggiunto” ha una sua variabilità individuale, dipendente sia dall’ambiente che dalla tipologia di alimenti che si consumano e certamente anche altri fattori (alcuni di questi valutati nel presente studio) possono incidere sulla costituzione di questa struttura. Alterazioni di quest’organo, è indubbio, incidono sull’individuo, in un rapporto che, reciprocamente, induce a far pensare alla eubiosi (equilibrio tra i microorganismi) come un elemento fondamentale della salute e viceversa.

Lo studio del microbiota, così come si presenta in un campione significativo di popolazione in buona salute del nostro Paese, diventa dunque un’affidabile fotografia, studiata nella sua morfologia alla stessa stregua di un organo “normale” sano, dell’effettivo stato di salute degli individui. Un ampio gruppo di lavoro, costituito da medici, gastroenterologi, anatomisti, microbiologi, fisiologi, epidemiologi, ambientalisti, farmacologi e biostatistici, di numerosi Atenei (Urbino Carlo Bo, Università Politecnica delle Marche, Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, Università di Roma “La Sapienza”) con i Ricercatori del IRCCS “Casa Sollievo della Sofferenza” di San Giovanni Rotondo e medici del “Progetto Microbioma Italiano” di Padova, coordinato dai morfologi e biostatistici di UniUrb, ha potuto “scattare”, per la prima volta nel nostro Paese, la “fotografia” (e descriverla in maniera particolareggiata) al microbiota dell’ “italiano sano”, definendone i confini di ciò che può essere considerato “normale” e sano, pur nella individuale variabilità, cercando anche di definire lo “scheletro” fondamentale microbico che deve essere alla base di questo “organo” sano. Questo rappresenterà senz’altro il punto di partenza di una strada verso futuri studi, di questo gruppo come di tutti i ricercatori del settore, (dato che la pubblicazione è “open source” sul sito https://www.nature.com/articles/s41598-022-08000-x). Studi che saranno volti a verificare la relazione tra stati di malattia, microbiota e suo scostamento dalla norma qui descritta.

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