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Al termine della stagione venatoria si conferma la diminuzione degli incidenti. Una ricerca dell’Università di Urbino rileva l’andamento del fenomeno

Comunicato stampa pubblicato il giorno 31/01/2024

Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, 31 gennaio 2024 – Il 2023 ha visto la conferma del trend di costante calo del numero di decessi e feriti durante l’attività venatoria. Il numero dei decessi, filtrato degli episodi legati a malori, cadute o atti intenzionali o illeciti, è passato infatti da 18 nel 2017, a 15 nel 2019, a 13 nel 2021, a 11 nel 2022, a 8 nel 2023 (di cui 5 vittime causate da altri cacciatori e 3 dovute a colpi di fucile della propria arma o per cadute o altro). Analogamente, anche il numero di feriti è passato da 63 nel 2017, a 60 nel 2019, a 54 nel 2021 e a 53 nel 2022 e nel 2023.

Questo emerge dall’analisi dell’Università di Urbino nell’ambito di uno studio sugli incidenti che si verificano durante la pratica delle attività outdoor. Si evidenzia che, per il quinto anno consecutivo, nessun decesso si è verificato fra i non cacciatori, mentre i feriti sono stati 9.

Durante la stagione venatoria 2023-2024 (periodo che va dal 1° settembre 2023 al 31 gennaio 2024) gli incidenti sono stati 55, un numero inferiore rispetto alla stagione precedente, quando si erano registrati 62 incidenti. Pure le vittime sono diminuite, passando da 13 nella stagione 2022-2023 a 5 in quella appena conclusa. Anche in questo caso i dati non comprendono eventi causati da malori, cadute, atti intenzionali o episodi di bracconaggio, trattandosi di cause che non hanno a che fare con la pratica venatoria o con l’uso legale delle armi.

Lo studio è stato esteso anche ad altre attività outdoor, per le quali è stato calcolato il tasso di incidentalità, come nel caso dell’escursionismo (129 morti e 262 feriti nel 2023, per lo più dovuti a cadute in dirupi e burroni), la balneazione (131 morti e 8 feriti escludendo i malori), gli sport invernali (30 morti e 72 feriti), l’alpinismo/arrampicata (30 vittime) e le attività subacquee (19 vittime).

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