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Care studentesse, cari studenti,

abbiamo assistito nei giorni scorsi al moltiplicarsi di informazioni relative alla situazione dei collegi che, come a volte accade nelle vicende complesse, contengono molte imprecisioni.

Abbiamo letto post e interviste contenenti affermazioni che rischiano di creare tensione e allarmismo, e che non contribuiscono a rappresentare il clima sereno e responsabile in cui negli anni si è consolidata la collaborazione tra Università, Città e Regione.

La rappresentanza dei docenti e del personale amministrativo in Senato Accademico e Consiglio di Amministrazione dell’Università, unitamente ai membri esterni, hanno quindi ritenuto di dare voce alla realtà dei fatti con la comunicazione che segue.

Giorgio Calcagnini
Rettore


L’Ateneo di Urbino, come ha innumerevoli volte già dimostrato, è estremamente sensibile ai bisogni dei propri studenti e delle proprie studentesse. Si pensi, solo per rimanere ai tempi più recenti, alla politica di esoneri estesa ben oltre la fascia di reddito fissata dalla legge, all’attenzione rivolta agli studenti e alle studentesse residenti nei comuni alluvionati, all’ampliamento della fascia di esonero per gli studenti e studentesse con disabilità e con DSA o agli ingenti investimenti per la realizzazione di nuove ed efficienti strutture didattiche in corso di realizzazione. La riprova che la nostra mission è ben compresa dai nostri studenti e dalle nostre studentesse, e da chi si affaccia per la prima volta al mondo universitario, è data dalla sostanziale tenuta del numero degli iscritti in un contesto in cui tutti gli Atenei del centro e del sud del paese fanno i conti con drammatici dati in calo, in alcuni casi in doppia cifra.

È con lo stesso spirito che ci stiamo facendo carico della questione relativa ai collegi universitari che si è fatta via via più complessa e che non dipende da nessun “braccio di ferro” con la Regione Marche ma dall’attesa di una risposta istituzionale.

Come è noto la Regione Marche si era impegnata nell’acquisto delle strutture residenziali fissando tutti gli elementi essenziali, fra cui il prezzo di cessione dei collegi universitari (asseverato dall’Agenzia del demanio) e l’importo dei lavori di messa a norma che, in quanto proponente acquirente, aveva previsto a proprio carico a scomputo di tale prezzo. L’Ateneo è venuto a conoscenza solo da poche settimane e in via del tutto informale che l’accordo è definitivamente saltato e si è quindi immediatamente attivato per cercare di giungere, nel più breve tempo possibile, alla definizione del percorso da seguire nella ricerca del massimo punto di equilibrio fra efficienza e celerità. Restiamo in attesa, comunque, di una risposta istituzionale ufficiale.

Quanto ai disagi per gli studenti, questi sono purtroppo da mettere comunque in conto quando si avvieranno i lavori: è infatti impensabile che possano essere svolti senza ripercussioni sulla funzionalità delle strutture interessate. L’Ateneo opererà per minimizzarli. Quali saranno però questi disagi, solo la progettazione esecutiva degli interventi di messa a norma lo potrà chiarire. E di quei disagi reali ci faremo carico come comunità universitaria, nei limiti delle nostre possibilità e competenze. Infatti, oltre una certa soglia, l’Ateneo non può spingersi, non rientrando, ad esempio, la materia del diritto allo studio fra le proprie competenze istituzionali.

In questo quadro di incertezza, che ci auguriamo sia in via di risoluzione, resta fermo il buon rapporto con Erdis la cui manifestata disponibilità a farsi carico delle fasi necessarie per giungere alla cantierizzazione è stata fin da subito tenuta nella massima considerazione da parte dell’Ateneo. Il rapporto con Erdis è, infatti, da sempre di grande collaborazione. Basti pensare che la precedente domanda di accesso ai fondi ministeriali per l’edilizia universitaria, purtroppo non andata a buon fine, era stata presentata dall’Ateneo con i progetti predisposti dalla stessa Erdis.

È falso, invece, che l’Ateneo si sia rivolto al Politecnico di Milano chiedendo di “fare progetti ex novo”.

In sostanza, riteniamo che la smagliatura del coordinamento tra i diversi soggetti istituzionali oggi in campo non possa far altro che distogliere la concentrazione e gli sforzi verso un traguardo di organizzazione e qualità che vede accomunati Università, Diritto allo studio, Studenti e Studentesse, e Città, tutti attori che siamo certi condividano gli stessi obiettivi e gli stessi interessi.

È il motivo per cui l’Ateneo continuerà a profondere il massimo sforzo verso questo traguardo e lo farà, come nelle altre numerose tematiche in cui è impegnato, secondo il proprio stile ponderato, senza lasciarsi confondere da dichiarazioni mediali e sempre orientato ai fatti e alle risposte che è chiamato a dare.

Uniurb in futuro si tutelerà in tutte le sedi opportune nei confronti della divulgazione di false notizie e informazioni che ledono la propria immagine; questo non solo per tutelare il proprio prestigio e la propria reputazione, ma anche per preservare la propria attrattività e l’affermazione di un’istituzione solida e orgogliosamente rappresentativa di un intero territorio. Lo dobbiamo alla nostra Comunità universitaria, alla città e al territorio di cui è parte integrante, e a quei principi di trasparenza e verità che da sempre caratterizzano la nostra Istituzione e i Saperi che sa trasmettere su cui formiamo le nuove generazioni.

— Docenti, personale amministrativo e componenti esterni del Senato Accademico e del Consiglio di Amministrazione


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